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Il Mago Stregone

La vita pastorale porta a sognare. L’unico nutrimento per lo spirito è contemplare per mesi e mesi montagne immense e solitarie, inseguendo storie fantastiche. Il tutto può finire in un rapporto magico tra terra e cielo, insolito come la stregoneria.

Per il Pansa “la tradizione intorno alla fama di stregoni goduta dagli abruzzesi risale all’antichità”, quando Angizia/Medea insegnò ai Marsi l’arte degli incantesimi. Calpurnio parlò di peligna examina, incanti peligni, Orazio di marsiae voces, marsia nenia, scongiuri marsi. Catone riportò i loro esorcismi per l’ ernia e Virgilio ne conobbe parecchi quando venne con il discepolo Milino in cerca di materiale per l’ Eneide. Roberto d’ Angiò esiliò da Sulmona i seguaci di Corradino di Svevia, che disegnavano circoli in terra contro i nemici.

Abbiamo anche una specie di Mago Merlino delle nostre saghe, Pietro Balaiardo, che con il suo Libro del comando dava ordini al demonio. Una volta se lo dimenticò e restò a mezz’aria nel cesto che lo innalzava alla bella. Gridò al nipote di portarglielo senza aprirlo. Quello invece lo aprì e gli apparve una schiera di spiriti maligni. Se non avesse ordinato subito qualcosa, “le mazzate se spreche”, perciò chiese una strada per Roma. I demoni corsero a costruirla, e lo zio restò appeso tutta la notte. Se il protagonista è Virgilio, la strada è per Napoli.

Quando Pietro Balaiardo sentì arrivare la morte, chiese ai diavoli chi tra loro fosse il più veloce. Quello più ansioso di prendersi la sua anima gli rispose di essere rapido come il pensiero e di chiamarsi Satana. Pietro gli ordinò di portarlo nei tre santuari principali: Roma, Sangiacomo di Compostella, Gerusalemme. Detto e fatto. Il demonio si trasformò in un cavallo nero e fece il giro richiesto. Non potendo entrare in un luogo consacrato, aspettava sulla porta che il padrone finisse le sue devozioni. Ma al tempio di Gerusalemme, aspetta aspetta, la porta stava per chiudersi, e Pietro non si vedeva. Satana chiese di lui all’ultimo che usciva. “Ha impetrato il perdono per i suoi peccati, ed è morto santamente”. A Satana scornato non restò che riprendere la sua forma di cavallo e fuggire.









Faust











Merlino