Ad Acciano, comune nella
vallata subequana, di cui sono frazioni Beffi, Succiano,
Roccapreturo e San Lorenzo,
nacque "il 18 novembre 1820,
in contrada Alghetto, a via San Pasquale, da Margherita e Francesco
Catonio", Giuseppe Catonio, grosso alla nascita come Buovo d’Antona,
(l’erculeo protagonista delle epopee abruzzesi), e che divenne alto
m. 2,25.
Il Gigante d’Acciano è tra i sei giganti più alti del mondo. Dice il suo
biografo Silvio Di Giacomo: “La maggior parte dei giganti emergono
per corporatura gracile e macilenta, […] di atleti giganti non si
conoscono che pochi". Per la precisione, sono sei: tre italiani, un
olandese, un prussiano, e Massimino imperatore, a riprova che i
cromosomi spargono dovunque piricuzzitti e stendardoni.
Il nostro ha una sua leggenda
perché non solo fu atletico e intelligente, ma ebbe anche una
personalità armoniosa, il che, raro negli uomini, nei giganti sembra
rarissimo. Con tutti questi doni fece una carriera brillante,
partendo da una povertà che lo costrinse a guadagnarsi presto da
vivere.
Stava scassando un terreno a Civitavecchia quando scommise di
risparmiare ai compagni la fatica di abbattere un mandorlo in cambio
di una enorme spaghettata. Abbracciò la pianta, e la portò in città.
Scommettendo in prove di forza ben presto non si accontentò degli
spaghetti, si prese un impresario e accumulò un bel gruzzolo. Finì
che il re di Francia, e poi lo zar di Russia, lo vollero come
guardaportone. Del re di Francia divenne e rimase amico.
Ricco e prestigioso, tornò al paese e sposò Agnese Camilli di Beffi.
Famoso, bello, elegante, prese il braccio dell’ Agnese che non gli
arrivava alla cintola, attraversò il piazzale come una Tour Eiffel a
passeggio ed entrò in San Michele tra una folla che lo guardava di
sotto in su. Il prevosto che li sposò fu don Giuseppe de Paulis.
Ebbe sei figli e morì ad Acciano nel 1890, a 70 anni, altro record
perché, sempre secondo il suo biografo, “tutti i giganti di cui si
ha finora notizia, sono morti per lo più in età assai giovane: più
vecchio del Catoni non è ricordato che un soldato prussiano”.